Finali del Premio Remo Chiosso sul filo del rasoio a Lucca Games.

Ecco la classifica finale:

 

  1. Shalashaska, di Francesco Sedda

  2. Mi smo za mir, di Angela Caputo 

  3. Schegge di memoria, di Anselmo Cabrini

La differenza di punteggio tra i tre finalisti è stata davvero minima, solo pochi decimi di punto. Complimenti quindi agli autori che hanno presentato titoli ben scritti, dall’ambientazione interessante e dai format di gioco curati nei minimi dettagli.  

Non sono mancati dei piccoli problemi. Se al test di Schegge di memoria hanno partecipato moltissimi giocatori, forse troppi, per Mi smo za mir e soprattutto Shalashaska, alcuni giocatori che si erano prenotati non si sono poi presentati (causa anche l’enorme afflusso di gente a Lucca che ha reso problematici anche gli spostamenti), causando ritardi e ridistribuzione all’ultimo momento dei ruoli. Su questi aspetti lavoreremo per dare nelle prossime edizioni del premio maggiore uniformità di partecipazione e più certezze agli autori sulla presenza dei giocatori.

 Villa Gioiosa si è rivelata una ottima location, vicinissima ai padiglioni di Lucca Games ma tranquilla e ideale per giochi di questo tipo. 

Desideriamo ringraziare Fabrizio Paoli, Antonio Rama e tutta l’organizzazione di Lucca Games per l’accoglienza e gli spazi che ci hanno cocesso e la disponibilità a risolvere i piccoli imprevisti che sempre accadono in questo tipo di manifestazioni.

Note a margine

Anche per i titoli entrati in finale riportiamo quello che ai giurati è piaciuto di più.

SHALASHASKA

Sono anni difficili: l’umanità si sta risollevando a fatica dalla devastazione provocata dalla rivolta degli androidi. La produzione e l’utilizzo di androidi è illegale, per cui le corporazioni assoldano piccoli equipaggi di uomini, immersi in un lungo sonno criogenico che blocca l’invecchiamento, per trasportare i materiali e le tecnologie anche nelle colonie più lontane.  Siamo nell’anno 2350, a più di 100 anni dalla fine della guerra, e voi siete l’equipaggio della nave spaziale Shalashaska…

Ben scritto. Chiaro, conciso, diretto, pieno di spunti. Provvisto di personaggi dettagliati e cronologia eventi. L’ambientazione e soprattutto il pretesto di gioco sono interessantissimi. Pur essendo di fantascienza, l’ambientazione è facile da ricreare e il materiale di gioco è facile da reperire o preparare (link audio e timer, cartellini da stampare). L’espediente del countdown, mantiene la tensione fino all’ultimo secondo. Di sicura presa i suggerimenti per rendere più suggestive le sedute di gioco (musica, luci soffuse, ecc.)

MI SMO ZA MIR

Aprile 1992, Sarajevo, Bosnia. Le truppe nazionaliste si stanno accalcando sulle colline attorno alla città. I mass media fomentano l’odio tra popoli  di etnie e religione diverse. Famiglie che fino a pochi giorni prima intrecciavano rapporti economici, sociali, affettivi,  ora si guardano con sospetto. Tra poche ore inizierà l’assedio più lungo della storia moderna. E voi siete lì…

Ambientazione interessantissima. Scritto molto bene e con chiarezza. L’autore dimostra di conoscere in modo approfondito uno dei più drammatici periodi della recente storia europea. Ha una valenza didattica eccezionale. Un tema davvero ostico ma trattato con grande serietà e ausili per il giocatore. Ottima l’idea del workshop.

SCHEGGE DI MEMORIA

Ricordo che Il campo di papaveri di Monet mi arrecava una sensazione di grande pace e gioia: ci vedevo mia madre, che mi accompagnava in lunghe passeggiate per farmi conoscere la natura. Purtroppo sono rimasto orfano di lei all’età di 3 anni, di conseguenza non ho molti ricordi legati alla sua figura. In effetti, pensandoci bene, forse è proprio per questo che ogni volta che distolgo lo sguardo da questo quadro rimango con un grande senso di tristezza. Mi è disperatamente mancata, mia madre, e i ricordi che mi rimandano a lei sono rari e vaghi, praticamente posso dire di non averla mai conosciuta. So solo che il suo cadavere è stato trovato in un campo. Un campo pieno di papaveri…

Scenario molto dettagliato e ambientazione intigrante dalla tematica “artistica”.  Ben organizzato e strutturato. Un copione sontuoso, con una ambientazione complessa e uno studio psicologico interessante.